INVESTIRE IN SERBIA

L’Italia è uno dei più importanti partner commerciali della Serbia. Nel 2018, l’Italia è stata il secondo Paese fornitore, dopo la Germania e prima della Cina, e il primo Paese acquirente, seguita da Germania e Bosnia-Erzegovina. Il governo serbo offre diversi benefici agli investitori esteri, un sistema fiscale conveniente e incentivi all’occupazione. Proponiamo questa breve guida a chi vuole investire o vendere i propri prodotti in Serbia.


La Serbia ospita circa 600 aziende italiane che con la loro attività occupano circa 26.000 persone. La quota di capitale investito, secondo la Banca Nazionale di Serbia (Narodna Banka Srbije, cirillico: Народна Банка Србије), è di circa 3 miliardi di euro per un volume di affari di 2,5 miliardi di euro. Il valore dello scambio commerciale fra i due Paesi è in costante crescita. Nel 2012 ammontava a 2,3 miliardi di euro, nel 2016 è stato di 3,7 miliardi di euro. Nel 2018, stando ai dati dell’Ufficio Statistico della Repubblica di Serbia, è stata superata la soglia dei 4 miliardi di euro (per un totale di 4,03 miliardi di euro) con 2,05 miliardi di euro di importazioni serbe (il 9,3% dell’import totale della Serbia: autovetture, prodotti tessili e macchinari i principali beni importati dalla Serbia) e 1,98 miliardi di euro di esportazioni serbe (il 12,2% dell’export totale della Serbia: autovetture, abbigliamento e calzature i principali beni esportati dalla Serbia).

Importazioni serbe nel 2018

PAESEImportazioni serbe in milioni di euroVariazione %Quota %
1. Germania
2.942,2+19,913,4
2. Italia2.047,9+4,79,3
3. Cina1.836,5+17,78,4
4. Federazione Russa1.726,0+22,47,9
5. Ungheria1.052,3+11,94,8
6. Turchia832,7+14,93,8
7. Polonia779,4-2,03,6
8. Austria610,4+2,52,8
9. Francia610,2+102,8
10. Romania600,6+5,52,7

Fonte: Ufficio Statistico della Serbia

Esportazioni serbe nel 2018

PAESEEsportazioni serbe in milioni di euroVariazione %Quota %
1. Italia1.986,5-0,0212,2
2. Germania1,942,2+2,811,9
3. Bosnia Erzegovina1.293,5+6,87,9
4. Romania968,9+33,46,0
5. Federazione Russa864,9-1,85,3
6. Montenegro764,4+5,34,7
7. Ungheria657,2+20,44,0
8. Macedonia626,4+11,53,8
9. Bulgaria613,7+4,23,8
10. Croazia570,7+4,13,5

Fonte: Ufficio Statistico della Serbia

Presenza italiana radicata

Fra le più importanti aziende italiane che hanno avviato parte della loro produzione in Serbia, vi è la Fiat che nell’impianto di Kragujevac, città della Serbia Centrale con quasi 180mila abitanti, produce il modello 500L. Altre, per i settori tessile e calzaturiero, sono la Benetton, la Geox, la Pompea, la Omsa, la Golden Lady. Di grande rilievo è la presenza italiana nel settore bancario e assicurativo, con Intesa Sanpaolo e UniCredit, che detengono il 27% del mercato locale, e Generali e Unipol Ddor, che rappresentano nel campo delle assicurazioni il 34,1% del mercato locale. Nel settore alimentare, sono tre i grossi nomi che negli ultimi anni hanno investito in Serbia: Ferrero (con un centro di produzione di nocciole destinate alla preparazione della Nutella e dei Ferrero Rocher a Sombor), Rigoni di Asiago (per la produzione di nocciole e altra frutta biologica a Negotin) e La Linea Verde (che continua a rafforzare la sua presenza nel Paese balcanico, più nel dettaglio a Ruma, in Vojvodina, dove si producono insalate fresche in busta).

Fiat 500L Kragujevac
La Fiat 500L è prodotta nello stabilimento di Kragujevac

Vantaggi e opportunità

Fra i vantaggi dell’investire in Serbia vi sono la forza lavoro altamente qualificata e gli accordi di libero scambio con l’Unione europea, la Russia, la Bielorussia, la Turchia, il Kazakistan e i Paesi Efta (Associazione Europea di Libero Scambio) e Cefta (Accordo Centroeuropeo di Libero Scambio) per un mercato che supera il miliardo (1 mld) di consumatori. L’accordo di partnership siglato con la Ue consente ai prodotti serbi di accedere ai mercati dell’Unione in esenzione di dazio. E quello stretto fra Belgrado e la Russia di esportare i prodotti fabbricati in Serbia a costo zero per circa il 95% delle voci doganali. L’accordo resta valido anche per i prodotti fabbricati in Serbia da parte di imprese straniere, comprese quelle italiane. In Serbia, la pressione fiscale è pari al 15%, di molto inferiore a quella italiana che al momento si attesta intorno al 65%. Il costo di un operaio in media è di 400/450 euro lordi mensili. Contribuiscono anche ad attrarre investimenti esteri la presenza numerosa di Free Zones (Zone Franche), la possibilità di usufruire di incentivi e benefici finanziari, l’ottima posizione geografica e la stabilità politica che da quasi due decenni la caratterizza. Secondo i dati dell’IBM Global Location Trends 2018 Report, la Repubblica di Serbia è il primo Paese destinatario di investimenti nel mondo secondo il rapporto posti di lavoro/popolazione ed è fra i primi 15 Paesi in Europa per IDE (Investimenti Diretti Esteri).

Libero accesso a 1,1 mld di consumatori

MERCATIMilioni di ConsumatoriPercentuale dell’Export Totale
Efta13,60,9 %
UE506,866%
US321,42%
Russia, Kazakistan, Bielorussia171,15,9
Cefta20,1 17,5
Turchia76,71,8

Fonte: Ufficio Statistico della Serbia

Investimenti Esteri Diretti (IDE) (Gen 2010-Giu 2018)

ANNO20102011201220132014
MLN di €1.2783.5441.0091.5481.550
ANNO201520162017I-VI 2018
MLN di €2.1142.0802.4541.405

Fonte: Ufficio Statistico della Serbia

Provenienza degli Investimenti Diretti Esteri per progetti (Gen 2007-Giu 2018)

1. Italia15,9%
2. Germania13,5%
3. Austria8,8%
4. Slovenia7,2%
5. France5,6%
6. US5,6%
7. Grecia3,2%

Fonte: Ufficio Statistico della Serbia

Provenienza degli Investimenti Diretti Esteri per valore (Gen 2007-Giu 2018)

1. Italia13,1%
2. Austria11,6%
3. US11,3%
4. Repubblica Ceca8,3%
5. Germania8,2%
6. Francia7,9%
7. Grecia5,3%

Fonte: Ufficio Statistico della Serbia

Perché la Serbia

La Serbia come estensione della piattaforma produttiva italiana

La Serbia si è confermata in questi anni terra di opportunità per gli operatori italiani: l’espansione delle nostre aziende, che trovano in Serbia un territorio nel quale aumentare e diversificare la propria produzione e i propri servizi, consente loro di rafforzare il proprio percorso verso la leadership globale, con particolare attenzione ai mercati emergenti ai quali la Serbia è legata da accordi di libero scambio.

La Serbia come regione strategica per l’espansione commerciale

I Paesi della regione che confinano e commerciano con la Serbia costituiscono, insieme al mercato interno, un mercato regionale di oltre 90 milioni di abitanti all’interno del quale la Serbia riveste un ruolo centrale e strategico che si estende anche a Russia, Bielorussia, Kazakistan e Turchia (Paesi con i quali la Serbia ha firmato accordi di libero scambio).

Incentivi e vantaggi finanziari, fiscali e di territorio

Numerosi sono gli incentivi fiscali e i vantaggi finanziari e territoriali. Oltre a quelli del Governo di Belgrado, vanno considerati i molti vantaggi offerti dalle varie municipalità che concorrono tra loro per l’insediamento di aziende in grado di assumere mano d’opera. Da segnalare la creazione di numerose Free Zones (Zone Franche), con regimi fiscali assai agevolati.

Burocrazia e oneri per costituzioni societarie

Sono stati ulteriormente ridotti gli oneri per la costituzione societaria e anche i tempi risultano significativamente diminuiti. Nel corso del 2015 è stata approvata la riforma dei permessi di costruzione (ora si possono ottenere licenze in pochi giorni) e nel 2016 è stata approvata la nuova legge sugli investimenti. L’atteggiamento delle istituzioni verso gli investitori stranieri risulta positivo ed esistono numerose agenzie di sostegno ed assistenza alle società nei loro primi passi in Serbia.

Mercato fortemente teso alle riforme come da richieste della Ue

La Serbia ha ormai definitivamente avviato il proprio percorso per entrare in Europa e per questo motivo è spinta sempre più ad applicare norme e leggi compatibili con quelle europee. Gli otto capitoli negoziali per l’accesso alla Ue stanno favorendo le riforme della legislazione in molti settori chiave. Ciò porterà a una maggiore apertura del mercato che permetterà quindi un più facile inserimento delle società nell’economia serba.