Parco Kalemegdan

Il parco si raggiunge facilmente a piedi se si alloggia nella zona centrale della città – siamo nella parte alta della municipalità di Stari Grad (cirillico: Стари Град), a ridosso dei due grandi fiumi Sava e Danubio -, come naturale proseguimento di una passeggiata iniziata lungo la via dello shopping belgradese, ovvero la Ulica Knez Mihailova (cirillico: Улица Кнез Михаилова). Nel Kalemegdan si trova il monumento simbolo di Belgrado, il Pobednik, ovvero la statua de Il Vincitore.


A Kalemegdan (cirillico: Калемегдан) ci si incontra, si medita, si osserva, si passeggia, si sosta distanti dal caos cittadino, dai suoi rumori e dal suo inquinamento. Il parco, luogo in cui i belgradesi amano trascorrere parte del loro tempo libero, sia in estate, sia in inverno, si trova alla sommità di una collina alta 125 m. Questa digrada ripida a nord-ovest, verso la confluenza dei fiumi Sava e Danubio, di fronte alla Grande Isola della Guerra (Veliko Ratno Ostrvo; cirillico: Велико Pатно Oстрво), e in maniera più dolce a sud e a sud-est, verso il centro della città. Si accede attraversando la Pariska Ulica (cirillico: Париска Улица), via che circonda il parco per circa la metà della sua estensione.

01 – Parco Kalemegdan
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Il nome del parco è di derivazione turca e significa “fortezza della battaglia” (kale: fortezza, meydan: battaglia). Kalemegdan occupa infatti lo spazio dove si svolgevano gli assedi contro la città e le battaglie in campo aperto, tutto intorno alla Fortezza di Belgrado (Beogradska Tvrđava, cirillico: Београдска Тврђава). Nacque come spazio pubblico dopo il 1867, anno della cacciata dei turchi. La sosta ai piedi del Pobednik (cirillico: Победник), quindi della statua de Il Vincitore, di fronte al punto in cui i due grandi fiumi Sava e Danubio si incontrano, è una tappa obbligata per chi visita Belgrado.

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Il Parco Kalemegdan si raggiunge facilmente a piedi se si alloggia nella zona centrale della città (siamo nella municipalità di Stari Grad), come naturale proseguimento di una passeggiata iniziata lungo la via dello shopping Knez Mihailova. Terminata questa, basta attraversare la Via Pariska e ci si trova dentro il Kalemegdan.
Non appena entrati, per i primi 200 m, il passeggio è accompagnato dai venditori di souvenir. Non le solite banalità, ma prodotti tipici del luogo, alcuni realizzati a mano come centrini, pizzi, pantofole e golfini provenienti dall’area di Zlatibor, piccole botti in cui conservare la rakija (vedi: Distillato di Prugne [Šljivovica]), nonché oggetti per collezionisti. Fra i più originali sono degni di menzione le banconote a undici zeri (500 miliardi di dinari) del periodo dell’iper-inflazione.

05 – Parco Kalemegdan
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Cosa vedere
Nel complesso di Kalemegdan si trovano monumenti storici ed edifici di particolare importanza. Qui segnaliamo i più importanti in modo che il visitatore, durante il suo cammino, oltre che rilassarsi e godere della vista sul verde e sui fiumi, prenda atto del valore storico del luogo in cui si trova.

Fortezza di Belgrado (Beogradska Tvrđava; cirillico: Београдска Tврђава): ciò che oggi rimane sono le possenti mura, i bastioni, i fossati e le fortificazioni. Sono ancora visibili resti risalenti all’età romana, ma la maggior parte delle costruzioni fortificate è di epoca bizantina, ottomana e austriaca. Alla fortezza si accede attraverso la Porta Stambol.
Tra le costruzioni meglio conservate, ci sono le porte di accesso, la Torre dell’Orologio e alcuni edifici utilizzati attualmente per ospitare esposizioni e mostre temporanee. All’interno della fortezza sono raccolti cannoni, carri armati e mezzi da guerra risalenti agli eventi bellici della storia serba, con armi, divise e bandiere. Insieme formano il Museo della Guerra (Vojni Muzej; cirillico: Војни Mузеј) che occupa uno degli spazi più grandi dell’area (aperto dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 17:00. Ingresso: 100 dinari).

Statua del Vincitore (Pobednik, cirillico: Победник): opera dello scultore croato Ivan Meštrović, fu realizzata all’indomani della vittoria nella Prima Guerra Mondiale contro l’Impero Austro-Ungarico il cui confine si trovava poco più a Nord. Originariamente doveva essere posta in Piazza Terazije (Trg Terazije; cirillico: Трг Теразије), ma a causa della sua nudità, motivo di scandalo per la popolazione benpensante dell’epoca, fu innalzata sulla collina della fortezza, con lo sguardo rivolto verso la regione di Srem. È oggi il simbolo indiscusso della città di Belgrado.

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Fontana di Mehmet Pascià (Česma Mehmed-Paše Sokolovića, cirillico: Чесма Мехмед-паше Соколовића): realizzata in pietra, risale al XVI secolo. Fu intitolata a Mehmed-Paša Sokolović, un giovane cristiano rapito dagli ottomani, divenuto giannizzero e poi Visir. È uno dei pochi resti delle costruzioni della Fortezza di Belgrado, risalente al periodo ottomano.

Mausoleo ottomano (Tursko turbe; cirillico: Турско турбе): risalente al XVIII secolo, fu costruito per contenere la tomba di un Visir morto a Belgrado. Nella prima metà del XIX secolo, però, i turchi lo intitolarono al Gran visir Damad Ali-paša, morto nel 1716 in battaglia contro l’esercito asburgico, senza comunque trasportarvi il corpo.

Chiesa Ružica (Crkva Ružica; cirillico: Црква Ружица): fu costruita tra il 1867 e il 1869 sul luogo in cui sorgeva una cappella omonima eretta per volontà di Stefan Lazarević e distrutta dagli ottomani nel 1521. Durante la Prima Guerra Mondiale l’edificio fu gravemente danneggiato, ma venne restaurato nel 1925.

Istituto per la protezione del patrimonio culturale (Zavod za zaštitu spomenika: cirillico: Завод за заштиту споменика): fondato nel 1939, l’istituto si prefigge il compito di preservare il patrimonio culturale e monumentale della città di Belgrado. La sede si trova in una palazzina di due piani, con la facciata caratterizzata dall’intelaiatura a traliccio.